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Il Mugnaio, suo Figlio e l'Asino

 

Abbiano i Greci antichi lode d'aver scoperto pei primi dell'Apologo l'arte e il parlar coverto, ma sia concesso ad altri, dopo di lor venuti, di spigolar nei campi, che quelli hanno mietuti. Di fantasia nel regno c'è qualche terra oscura, ove i moderni possono correre l'avventura. Su questo bel proposito un fatterello io so, che al celebre Racanio Malerba un dì contò.
Questi del vecchio Orazio eredi abili e destri, discepoli d'Apolline, a noi di stil maestri, trovandosi una volta, soli, non so in qual parte, in intimo colloquio di cuor, di mente e d'arte, Racanio a dire uscì: - Malerba, o voi che tanto viveste, e che del mondo sapete il tanto e il quanto, avendo della vita disceso ogni gradino, solvetemi un gran nodo intorno al mio destino..
- La gente? - qui interruppe Malerba, il vecchio onesto, - sopra la gente voglio or raccontarvi questo:

Or non ricordo il libro, ma so d'averlo letto che fuvvi già un mugnaio, padre d'un figlioletto di mezz'età, sui quindici anni o su quell'intorno: ma il padre era già vecchio. Andavan essi un giorno a vendere al mercato un loro somarello, e perché fosse fresco e a vendere più bello, le quattro gambe in mazzo legate all'agnellino, me lo portavan come si porta un palanchino. La gente che incontravano, la cosa è naturale, ridean di quella scena, di lor, dell'animale. Gridando: Oh che burletta!... oh caso singolare! Dei tre la più gran bestia non è quella che pare. Il vecchio, persuaso dal dir di quei passanti, drizza la bestia in piedi e se la caccia avanti, per quanto se ne dolga l'asino in suo latino, che preferia la parte fare dell'agnellino. Monta il fanciul sull'asino e vanno oltre un pezzetto, quand'ecco tre mercanti gridare con dispetto: - È bello che tu vada sull'asino e che al passo cammini un vecchierello? scendi, poltrone, abbasso. - È giusto, - il buon mugnaio risponde a quei mercanti. Scende il ragazzo, il vecchio monta al suo posto, e avanti. Quand'ecco tre ragazze, volendo dir la loro, - Guarda se c'è giustizia, - esclaman tutte in coro, - se c'è pietà che zoppichi a piedi quel fanciullo, e faccia invece l'asino sull'asino il citrullo, superbo, trionfante in groppa all'animale, come s'ei fosse il papa di Roma o un cardinale. - Andate, altro che papa! Cogli anni miei, credete, non c'è, care ragazze, nemmen da fare il prete, - rispose il vecchio, e dette quattro facezie e rese, credette avere il torto e in groppa il figlio prese. Non fanno dieci passi, che sono al sicutera. L'un dice: - E si può dare una peggior maniera? Dov'è verso un fedele e vecchio servitore la carità del prossimo, o gente senza cuore? Se dura un po', dell'asino non resterà che il cuoio... - Se dura un po', capisco che anch'io di rabbia muoio, - ripicchia il vecchio. - Perdesi tempo, cervello e fiato a contentar la gente, la serva ed il curato. Vediamo tuttavia se c'è miglior consiglio -. Così dicendo, saltano abbasso e padre e figlio e lascian che la bestia, beata e trionfante, da sola come un papa, cammini a lor davante. - O cosa stravagante, che col buon senso cozza, che l'uomo vada a piedi e l'asino in carrozza! - Osserva un Tizio, e seguita: - Allor la più sicura, amici, è d'impagliare la bestia addirittura, se tanto a cuor vi sta d'un asino la pelle, più che le scarpe... Ah! ah! sen vedono di belle... "Se visita Brighella la Colombina cara, va sulla mula", è vecchia la mia canzon, ma chiara. O bel terzetto d'asini! -. Allor disse il mugnaio: - Asino son ben io ad ascoltar la gente. Ma giuro innanzi a Dio che d'ora innanzi, voglia la gente oppur non voglia, farò sempre benissimo a fare di mia voglia -.
- In quanto a voi, Racanio, - disse Malerba, - o Marte seguiate, oppur di Venere comechessia la parte, prendiate donna o mitria, di fuori od in città, od altra dignità a voi conceda il Principe, tenete fisso in mente che ognor dei fatti vostri vorrà parlar la gente.

 

Il Gatto e la Volpe

 

 

La Volpe e il Gatto andavano come i frati minor vanno per via a un certo santuario. Raccolti, il collo torto e col rosario in man si rifacevan del viaggio, rubacchiando per via polli e formaggio con una insuperabil maestrìa.I nostri santi pellegrini onesti per far la strada meno lunga e uggiosa disputavan fra lor di qualche cosa. La disputa è un tabacco che tien desti. Mormoravan del prossimo, e in fin la Volpe venne fuori a un tratto a dir rivolta al Gatto:- O tu che d'esser quel che sei ti vanti, che sei tu accanto a me? Io d'artifici ne conosco tanti, anzi n'ho la bisaccia tutta piena... - Ed io, - rispose il Gatto, - appena appena un ne conosco e non la cedo a te -.Gran lite indi scoppiò sul sì, sul no, su ciò che ognuno può e che non può, quando ad un tratto un abbaiar di bracchi fe' le ragioni collocar nei sacchi.- Fra gli artifizi lascio al tuo cervello di scegliere il più bello: per me, - soggiunse messer Gatto svelto, - è un pezzo che l'ho scelto -. E mentre l'altra il suo talento vanta, si arrampica sui rami d'una pianta.Fuggì la Volpe in cento giri e in cento, or dentro i campi, or fuori, scompigliando le tracce ogni momento e stancando coi cani i cacciatori. Di qua, di là, di su, di giù li mena sempre in sospetto e in pena, dai spiedi, e dagli alani inseguita e dal foco, infin che due velocissimi cani, strozzandola, finîr il lungo gioco.Chi dispone di troppi espedienti perde il suo tempo in vani esperimenti. In tutte le occasioni ne basta un solo, pur che sia de' buoni.

 

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