Un
Gatto, che diceano il Mangialardo, facea dei Topi un così
gran macello, e tanti nell'avello n'avea sospinti e
sbigottiti tanti, che i pochi vivi ancora non osavano il
muso cacciar fuora. Quatti nei buchi sen morian di fame,
tanta paura avean di quel, non gatto, ma carnefice infame.
Un giorno tuttavia, colto il momento che il gatto andò a far
visita all'amante xe stette in alto tutta la giornata,
si radunano i Topi a parlamento. Il presidente, ch'era una
persona di gran senno, propose, e parve bello a tutti il suo
consiglio, che si attaccasse al gatto un campanello, un
campanello che suona e dia l'avviso ai Topi di fuggire,
quando il nemico accenna di venire.
- Bravo, bene, benissimo! - Ciascuno
approva la mozione.
Ma quando si trattò di sceglier quello che attaccare doveva
il campanello, non si trovò nessuno. O fossi matto... io
no... fossi corbello... Vedendo ch'era chiacchiera perduta,
il presidente leva la seduta. Ho veduto qualche altro
parlamento, (non di topi) e qualche altra commissione che
venne alla precisa conclusione. A ciarlar son bravi in
cento, ma diverso è ben l'affare quando trattasi di fare.