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I Due Piccioni

 

Da un pezzo insiem vivevano due teneri Colombi innamorati, quando l'un d'essi un dì, forse già sazio della sua casa o dal desìo trafitto di vedere paesi inesplorati, volle partir.
- Fratello, - all'infedele
disse l'altro, il dolor delle sue pene
premendo in cor, - fratello, a chi vuol bene
l'assenza è un mal crudele.
A te forse non pare
così crudel? oh almen potesse il danno
e d'un lungo viaggio il lungo affanno
il tuo grande coraggio sgomentare!
Aspetta almeno che il tornar di Zefiro
april rinnovi. Ascolta, ascolta il torvo
grido che manda il corvo.
Dal dì che tu sarai lunge e sul mare,
falchi soltanto ed orridi
sparvieri io sognerò: te in pena, in pianto
sempre vedrò, senza pan, senza tetto,
e non potrò, diletto, esserti accanto -.
A queste voci che nel cor gli scendono stette il Colombo in forse, ma poi sì forte è il desiderio e tanta ribellion nell'anima gli corse, che disse:
- Orsù, non piangere
che presto tornerò. Bastan tre giorni
al desiderio di veder le belle
contrade dei dintorni.
Di mie venture poi minutamente
ti conterò, fratello, le novelle,
e romperan la noia
del soggiornar. Colui che non si muove
non ha mai da contare cose nuove,
mentre udendo le mie strane avventure,
ti sembrerà di viaggiar tu pure -.
Quindi, piangendo, si scambiar l'addio. Parte il viaggiator, ma fuori appena non è che l'uragano si scatena dal ciel sul pellegrino. Vola e cerca un ricovero il tapino a un tronco solitario che male lo raccoglie tra le battute foglie. Quando torna il seren, prende coraggio, asciuga come può l'umide penne e mettesi in viaggio. E va, finché non giunge a un campicello ove un piccione messo per zimbello lieto saltella. Un gran desìo lo piglia d'esser con lui, discende, v'era un laccio nascosto e vi s'impiglia. Fortuna o il ciel l'aiuta.

 Il vecchio laccio i colpi e le strappate non sostenne, onde col danno di non molte penne ei poté facilmente uscir d'impaccio. E mentre ei fugge, simile a un forzato che nella fuga si trascina al piede la sua catena, ecco a sinistra scendere un avvoltoio, che a ghermirlo l'unghie ferocemente rota. E sarebbe per lui certo finita la storia della vita, se dall'alto del ciel non fosse un'aquila
coll'ali aperte uscita.
Mentre i due ladri vengono alle prese, il piccion l'ali sue rapido stese in altra parte e si appiattò sicuro dietro un antico muro. Ma un fanciulletto, ancora in quell'età che non sente pietà, con un colpo di fromba lo sorprese e mezza fracassò l'ala al meschino. Imprecando alla sua curiosità e al suo crudel destino, zoppicando del piè, l'ala trafitta, col suo compagno amato mezzo ammazzato torna alla soffitta
il mesto pellegrino.
Innamorati, o cari innamorati, se vi piglia desìo di cose ignote, non andate a cercar spiagge remote, ma in voi cercate ciò che vi consoli. Potete tra voi soli essere l'un per l'altro il più giocondo e il più vario spettacolo del mondo. Il vostro amore vale l'universo e il resto è tempo perso. Anch'io talvolta amai; ma la superba dimora del Gran Re, l'Olimpo, il mare, il dolce bosco non valeano e l'erba
che di lei mi faceano innamorare.
Ed ella pastorellad'amor giovine e bella de' suoi passi fiorìa, de' suoi guardi schiarìa l'erba ed i fiori.Io primo fra i pastori al figliuol di Citera il giuramento prestai contento e sotto la bandiera militai del figliuolo di Citera.
Ahimè! passâr quei tempi e non vedrò
tornar l'aprile della vita mia.
Come resister può
l'alma inquieta a tanti
e così dolci incanti?
Oh se il mio vecchio cuore
bruciasse ancora dell'antico ardore!
Non sentirò più mai d'una magìa
il filo che mi arresta?
Passò d'amor, passò d'amor la festa?
 

 

Il Lupo e l'Agnello

 

 

La favola che segue è una lezione che il forte ha sempre la miglior ragione. Un dì nell'acqua chiara d'un ruscello bevea cheto un Agnello, quand'ecco sbuca un lupo maledetto, che non mangiava forse da tre dì, che pien di rabbia grida:
- E chi ti ha detto
d'intorbidar la fonte mia così?
Aspetta, temerario! - Maestà, -
a lui risponde il povero innocente,
- s'ella guarda, di subito vedrà
ch'io mi bagno più sotto la sorgente
d'un tratto, e che non posso l'acque chiare
della regal sua fonte intorbidare.
- Io dico che l'intorbidi, - arrabbiato
risponde il Lupo digrignando i denti, -
e già l'anno passato
hai sparlato di me. - Non si può dire,
perché non ero nato,
ancora io succhio la mammella, o Sire.
- Ebbene sarà stato un tuo fratello.
- E come, Maestà?
Non ho fratelli, il giuro in verità.
- Queste son ciarle. È sempre uno di voi
che mi fa sfregio, è un pezzo che lo so.
Di voi, dei vostri cani e dei pastori
vendetta piglierò -.
Così dicendo, in mezzo alla foresta portato il meschinello, senza processo fecegli la festa.

 

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