Mentre
un leone dormiva in un bosco, topi di campagna facevano
baldoria. Uno di loro, senza accorgersene, nel correre si
buttò su quel corpo sdraiato. Povero disgraziato! Il leone
con un rapido balzo lo afferrò, deciso a sbranarlo. Il topo
supplicò clemenza: in cambio della libertà, gli sarebbe
stato riconoscente per tutta la vita. Il re della foresta
scoppiò a ridere e lo lasciò andare.
Passarono pochi giorni ed egli ebbe salva la vita proprio
per la riconoscenza del piccolo topo. Cadde, infatti, nella
trappola dei cacciatori e fu legato al tronco di un albero.
Il topo udì i suoi ruggiti di lamento, accorse in suo aiuto
e, da esperto, si mise a rodere la corda. Dopo averlo
restituito alla libertà, gli disse: "Tempo fa hai riso di me
perché credevi di non poter ricevere la ricompensa del bene
che mi hai fatto. Ora sai che anche noi, piccoli e deboli
topi, possiamo essere utili ai grandi."
La favola mostra come, col mutar delle circostanze, anche i
potenti possono aver bisogno dei deboli.