Tuttavia, l'anatroccolo, da quel giorno fu schernito da tutti gli
animali del cortile: le galline e le anatre lo urtavano, mentre il
tacchino, gonfiando le sue piume, lo impauriva.
Nei giorni che seguirono, le cose si aggravarono: il fattore lo prese a
calci e i suoi fratelli non perdevano occasione per deriderlo e
maltrattarlo.
Il piccolo anatroccolo era molto infelice. Un giorno, stanco della
situazione, scappò da sotto la siepe.
Gli uccelli, vedendolo, si rifugiarono nei cespugli. "sono così brutto
che faccio paura!" pensò l'anatroccolo.
Continuò il suo cammino e si rifugiò, esausto, in una palude abitata da
anatre selvatiche che accettarono di lasciargli un posticino fra le
canne.
Verso sera, arrivarono due oche selvatiche che maltrattarono il povero
anatroccolo già così sfortunato.
Improvvisamente, risuonarono alcuni spari… le due oche caddero morte
nell'acqua! I cacciatori, posti intorno alla palude, continuarono a
sparare. Poi i lori cani solcarono i giunchi e le canne. Al calar della
notte, il rumore cessò.
Il brutto anatroccolo ne approfittò per scappare il più velocemente
possibile. Attraversò campi e prati, mentre infuriava una violenta
tempesta. Dopo qualche ora di marcia, arrivò ad una catapecchia la cui
porta era socchiusa.
L'anatroccolo si infilò dentro: era la dimora di una vecchia donna che
viveva con un gatto ed una gallina. Alla vista dell'anatroccolo, il
micio cominciò a miagolare e la gallina cominciò a chiocciare, tanto che
la vecchietta, che aveva la vista scarsa, esclamò:
- Oh, una magnifica anatra! Che bellezza, avrò anche le uova… purché non
sia un' anatra maschio! Beh, lo vedremo, aspettiamo un po'!-La vecchia
attese tre lunghe settimane… ma le uova non arrivarono e cominciò a
domandarsi se fosse davvero un'anatra! Un giorno, il micio e la gallina,
che dettavano legge nella stamberga, interrogarono l'anatroccolo:
- Sai deporre le uova? - domandò la gallina;
- No… - rispose l'anatroccolo un po' stupito.
- Sai fare la ruota? - domandò il gatto;
- No, non ho mai imparato a farla! - rispose l'anatroccolo sempre più
meravigliato.
- Allora vai a sederti in un angolo e non muoverti più! - gli intimarono
i due animali con cattiveria. Improvvisamente, un raggio di sole e un
alito di brezza entrarono dalla porta.
L'anatroccolo ebbe subito una grande voglia di nuotare e scappò lontano
da quegli animali stupiti e cattivi.
L'autunno era alle porte, le foglie diventarono rosse poi caddero.
Una sera, l'anatroccolo vide alcuni bellissimi uccelli bianco dal lungo
collo che volavano verso i paesi caldi. Li guardò a lungo girando come
una trottola nell'acqua del ruscello per vederli meglio: erano cigni!
Come li invidiava!
L'inverno arrivò freddo e pungente; l'anatroccolo faceva ogni giorno un
po' di esercizi nel ruscello per riscaldarsi. Una sera dovette agitare
molto forte le sue piccole zampe perché l'acqua intorno a lui non
gelasse: ma il ghiaccio lo accerchiava di minuto in minuto… finché,
esausto e ghiacciato, svenne.
Il giorno seguente, un contadino lo trovò quasi senza vita; ruppe il
ghiaccio che lo circondava e lo portò ai suoi ragazzi che lo
circondarono per giocare con lui. Ahimè, il poveretto ebbe una gran
paura e si gettò prima dentro un bidone di latte e poi una cassa della
farina. Finalmente riuscì ad uscire e prese il volo inseguito dalla
moglie del contadino.
Ancora una volta il brutto anatroccolo scappò ben lontano per
rifugiarsi, esausto, in un buco nella neve.
L'inverno fu lungo e le sue sofferenze molto grandi… ma un giorno le
allodole cominciarono a cantare e il sole riscaldò la terra: la
primavera era finalmente arrivata!
L'anatroccolo si accorse che le sue ali battevano con molto più vigore e
che erano anche molto robuste per trasportarlo sempre più lontano. Partì
dunque per cercare nuovi luoghi e si posò in un prato fiorito. Un salice
maestoso bagnava i suoi rami nell'acqua di uno stagno dove tre cigni
facevano evoluzioni graziose. Conosceva bene quei meravigliosi uccelli!
L'anatroccolo si lanciò disperato verso di loro gridando:
- Ammazzatemi, non sono degno di voi!
Improvvisamente si accorse del suo riflesso sull'acqua: che sorpresa!
Che felicità! Non osava crederci: non era più un anatroccolo grigio… era
diventato un cigno: come loro!!
I tre cigni si avvicinarono e lo accarezzarono con il becco dandogli
così il benvenuto, mentre alcuni ragazzi attorno allo stagno declamavano
a gran voce la sua bellezza e la sua eleganza.
Mise la testa sotto le ali, quasi vergognoso di tanti complimenti e
tanta fortuna: lui che era stato per tanto tempo un brutto anatroccolo
era finalmente felice e ammirato. |