- Miei cari
ragazzi, - annunciò il re, - entro pochi giorni mi risposerò...
A questa notizia, Lisa e i suoi undici fratelli ebbero lo stesso
presentimento: la loro esistenza viziata di principi felici stava per
terminare. Quando videro la nuova regina, con l'aria dura e lo sguardo
glaciale che rivelava egoismo e cattiveria, i loro timori furono
confermati. Lisa fu la sua prima vittima... Il giorno immediatamente
successivo alle nozze, la matrigna mandò Lisa presso una famiglia di
contadini che la fecero vivere come la gente rude di campagna. Questa
cattiva matrigna aveva persuaso il re che il soggiorno sarebbe stato
benefico, anche se in realtà la bambina era trattata come una sguattera.
In seguitocominciò a denigrare gli undici fratellini: ci mise tanto
rancore e accanimento che, rapidamente, il re fece allontanare i suoi
figli.
- E ora volate con le vostre ali, - aggiunse la perfida donna, -
volate... volate fino in capo al mondo!
A queste parole, i principi si trasformarono in undici magnifici cigni
immacolati e presero subito il volo. A quindici anni la principessa
ritornò al palazzo, con gran dispiacere della matrigna che credeva di
essersene sbarazzata per sempre. Quando vide quella bella adolescente,
dolce, intelligente, sentì raddoppiare il suo odio. Invidiosa di tutte
le qualità riunite in una sola ragazza, architettò un piano
machiavellico per eliminarla definitivamente e attese pazientemente il
momento opportuno per eseguirlo... La ragazza apprezzava in modo
particolare un lussuoso salone di marmo. Al centro c'era una vasca
d'acqua dove le piaceva specchiarsi, seduta su morbidi cuscini di seta e
di broccato, sfiorando l'acqua con le dita esili. La megera vide in
quell'acqua lo strumento della sua vendetta. Mise nella vasca tre enormi
rospi pieni di pustole e ordinò loro:
- Saltale sulla testa, attaccati ai capelli e trasmettile la tua
incredibile stupidità... - disse al primo.
- Saltale in faccia, - disse al secondo, - e falla diventare brutta e
foruncolosa come te!
- In quanto a te, che sei il terzo, rendila crudele, fai in modo che il
suo cuore sia duro come la roccia, che la sua vita sia solo sofferenza!
Quando la principessa arrivò, per approfittare di un po' di calma e di
freschezza, i tre rospi vollero attuare il sinistro incarico. Ma il
contatto di una ragazza così pura e innocente ruppe il sortilegio. Le
immonde bestiole si trasformarono in tre splendide rose, soavemente
profumate... Allora la regina, colma di rabbia, si gettò sulla
poveretta, sporcò il suo visino con la fuliggine e ridusse i suoi
capelli come una zazzera ruvida come la canapa. In un momento diventò
irriconoscibile persino al padre che, credendola una mendicante, la fece
scacciare dal castello. Trionfante, la spaventosa strega gioì in segreto
per non destare sospetti nel sovrano. Nel frattempo, l'infelice ragazza
aveva incominciato il suo triste errare… Lisa camminò tutto il giorno.
Quando giunse la sera, in mezzo ad una profonda foresta, si dissetò alla
sorgente di un ruscello, si lavò il viso e i capelli prima di
addormentarsi, sfinita. Ahimè! Brutti incubi rovinarono il suo sonno:
che cosa era accaduto ai suoi fratelli? Al risveglio, incontrò una
vecchia che le parlò di undici cigni in un lago vicino. La ragazza vi
arrivò troppo tardi, ma coraggiosamente, continuò le ricerche. Arrivata
sulle rive dell'oceano, il rumore di ali possenti che fendevano l'aria
le resero un po' di speranza. Undici uccelli apparvero all'orizzonte...
Le dita palmate dei volatili sfioravano la sabbia. all'improvviso,
ripresero l'aspetto umano. L'incontro fu commovente, pieno di gioia e di
tristezza. Parlarono lungamente: la principessa raccontò le sue
avventure, il più grande dei fratelli fece lo stesso:
- Condannati all'esilio eterno in un magnifico paese che non sostituirà
mai la nostra amata patria, dobbiamo, ogni sera, ritornare sulla terra
per ridiventare uomini. All'alba, il nostro regno diventa ancora il
cielo!
- Perché siete qui, allora? - domandò Lisa.
- Qualche giorno all'anno siamo autorizzati a volare sul palazzo di
nostro padre a rivedere il luogo della nostra felice giovinezza. Domani
torneremo in esilio. Vieni anche tu con noi?
La ragazza non esitò. Al mattino, Lisa si mise in una solida tela di
lino tenuta fermamente dai becchi di tre suoi fratelli e intraprese un
lungo viaggio sopra i mari. Gli altri ragazzi, anche loro trasformati in
cigni, le fecero da scorta. Al tramonto, arrivati a destinazione,
deposero il loro prezioso carico all'entrata di una grotta che era il
loro rifugio. Il freddo della sera, la stanchezza e le emozioni del
viaggio spossarono Lisa che si addormentò facilmente. Ma una grande
preoccupazione tormentava i suoi sogni: come avrebbe potuto aiutare i
fratelli a riprendere definitivamente le sembianze umane? In un sogno,
apparve una fata. Malgrado la sua giovinezza e la sua bellezza, la
principessa riconobbe la vecchia donna che l'aveva guidata nella
foresta, quando stava cercando i fratelli.
- Conosco il tuo desiderio, - le disse - e posso esaudirlo, ma ti
occorrerà molta volontà e tenacia. Sei pronta a sopportare
silenziosamente alcune prove terribili?
- Sì, sono pronta! Niente mi fermerà...
- Dovrai raccogliere molte ortiche, filarle come la lana, tesserle e
cucire il tessuto ottenuto per confezionare undici abiti. Quando saranno
terminati, li getterai sui cigni e il cattivo sortilegio scomparirà
immediatamente. Durante questo lavoro resterai sempre zitta. Un solo
suono uscito dalla tua bocca renderà inutile il tuo sacrificio e
abbrevierà la vita dei tuoi cari che vuoi salvare. La liberazione dei
tuoi fratelli ha questo prezzo...
Al suo risveglio, Lisa si mise attivamente all'opera, colse le piante
irritanti che inflissero alle sue mani bruciori lancinanti. Con la bocca
chiusa, soffocò singhiozzi di dolore. Come ogni sera, i cigni
ritornarono a terra e ripresero il loro aspetto principesco.
Interrogarono la sorella sulla causa delle sua mani gonfie e degli occhi
pieni di lacrime, ma Lisa non disse nemmeno una parola E continuò con
ostinazione il suo lavoro doloroso. Un giorno in cui Lisa stava facendo
provviste di ortiche, alcuni cacciatori si fermarono per chiederle la
strada. Erano condotti dal sovrano del paese, giovane e seducente, che
fu immediatamente conquistato dal suo fascino e dalla sua grazia. Il
continuo silenzio della ragazza lo imbarazzò ma, preso dall'improvvisa
passione, la mise in groppa al suo cavallo e la portò nel suo palazzo.
Vestita di broccato e di seta, adorna di suntuosi gioielli, Lisa fu
presentata a corte. Lacrime di sofferenza bagnarono i suoi occhi e tutti
crederono fossero lacrime di felicità! Il matrimonio inaspettato,
suscitò rancori e gelosie: da dove arrivava questa sconosciuta? Aveva
soggiogato il re, era una strega! Per farle ritornare il sorriso e la
voce, il giovane re ebbe la delicatezza di riportarla alla grotta dalla
quale l'aveva portata via così bruscamente. C'era tutto; i vestiti già
cuciti, il necessario per cucire gli altri. Lisa riprese il lavoro con
entusiasmo... ma un giorno le ortiche finirono. Allora andò a coglierne
al vicino cimitero, ricco di quelle pianticelle.
Ahimè, un cortigiano invidioso del suo felice destino la seguì, scoprì
il segreto e corse a rivelarlo al giovane marito. Il poveretto, malgrado
il suo amore, dovette cedere alle insistenze della sua corte che
accusava la sfortunata. Lisa, con il suo silenzio, non poté difendersi
dall'accusa di stregoneria e fu gettata in prigione. Per miracolo, vi
trovò il suo lavoro e poté terminarlo, all'insaputa delle guardie.
Condannata ad essere bruciata viva, la poveretta camminò stoicamente
verso il rogo, stringendo disperatamente fra le braccia i preziosi
vestiti. Incuriositi dal rumore della folla, gli undici cigni si
posarono nel luogo del supplizio e con grande emozione della folla
ripresero l'aspetto umano appena Lisa ebbe lanciato i vestiti magici.
Liberata dal giuramento, la principessa poté infine raccontare la sua
storia e quella dei suoi fratelli. Di buon cuore, Lisa perdonò il suo
sposo e, felice, ritornò con lui a palazzo... |