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Gli Gnomi e il Calzolaio • Biancaneve • Cappuccetto Rosso • Cenerentola • Hansel e Gretel • Raperonzolo |
Il Tavolino Magico, l'Asino d'Oro e il Randello Castigamatti |
C'era una volta un sarto, che
aveva tre figli e una sola capra. Ma siccome la capra li nutriva tutti
col suo latte, dovevano darle erba buona e condurla al pascolo ogni
giorno. I figli lo facevano a turno. Una volta il maggiore la portò al
camposanto, dove c'era l'erba più bella, e la lasciò pascolare e
scorazzare. La sera, venuta l'ora del ritorno, domandò: |
La capra rispose:- Ho mangiato a mia voglia, e non ci
sta più una foglia: mèee! mèee! |
Il sarto, solo solo nella sua casa, cadde in profonda
malinconia e avrebbe voluto riavere i suoi figli, ma nessuno ne sapeva
nulla. Il maggiore era andato a imparare il mestiere da un falegname. Lo
imparò con gran zelo e quando, finito il tirocinio, dovette partire, il
maestro gli regalò un tavolino di legno comune, niente di speciale a
vederlo; ma aveva una gran virtù: quando lo si metteva in terra e si
diceva: - Tavolino, apparecchiati! - ecco il bravo tavolino coprirsi di
una linda tovaglietta, con un piatto e una posata, e vassoi di lesso e
d'arrosto quanti ce ne potevan stare, e un bicchierone di vin rosso che
scintillava da rallegrare il cuore. Il giovane apprendista pensò: « Ne
hai per tutta la vita ». Se ne andò allegramente per il mondo e non gli
importava che una locanda fosse buona o cattiva, e ci si potesse o no
trovar qualcosa. Quando gliene saltava il ticchio, non si fermava
neanche a un'osteria, ma in un campo, nel bosco, in un prato, come gli
piaceva, si toglieva il tavolino dalle spalle, se lo metteva davanti e
diceva: |
L'oste stava a guardare in un angolo, non sapendo che
dire; ma pensava: « Un simile cuoco ti ci vorrebbe proprio per la tua
locanda! » Il falegname e la sua brigata se la spassarono fino a tarda
notte; alla fine andarono a letto e anche il giovane apprendista si
coricò, appoggiando il suo tavolino magico alla parete. Ma l'oste
continuava ad almanaccare; gli venne in mente che nel ripostiglio c'era
un vecchio tavolino, identico all'aspetto; l'andò a prendere pian piano
e lo scambiò con quello magico. La mattina dopo il falegname pagò il
conto, si caricò del tavolino, senza sospettare che fosse falso, e se ne
andò per la sua strada. A mezzogiorno giunse dal padre, che l'accolse
con gran gioia. |
- Aspettate un attimo, signor oste, - disse, - vado
soltanto a prendere il denaro -. |
L'apprendista lo ringraziò, si mise il sacco in spalla
e se qualcuno gli veniva addosso per aggredirlo, egli diceva: «
Randello, fuori dal sacco! » E subito il randello saltava fuori e li
spolverava l'un dopo l'altro sulla schiena, e non la smetteva finché
c'era giubba o farsetto; e andava cosi svelto, che non te l'aspettavi ed
era già il tuo turno. |
Il vecchio sarto si fidava poco, ma riunii parenti.
Allora il tornitore stese un panno nella stanza, portò dentro l'asino e
disse al fratello: |
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